Traggo spunto dalla chat che compare sotto questo video dedicato a Roberto Bolle, composto da fotografie e commenti adoranti verso l'étoile (da me pienamente condivisi), per esprimere una riflessione riguardante "l'obbligo" del gay-outing.
Un youtuber rimprovera all'autrice del succitato video la grave dimenticanza (secondo lui) di aver omesso che il ballerino, fra le tante cose, sarebbe anche gay. La protesta assume toni piuttosto accesi: la condotta di Bolle, secondo l'inquieto webnauta, sarebbe assai poco corretta nei confronti delle comunità omosessuali italiane, perché qualche tempo fa avrebbe dichiaratola sua omosessualità nel corso di un'intervista per la rivista francese Numéro Homme (notizia immediatamente smentita) , nascondendola in Italia.
Negli ultimi tempi è cresciuta l'intolleranza da parte delle comunità gay - sempre più severe e ortodosse - verso chi preferisce non gettare in piazza la vita privata. Il gay-outing si è trasformato in un comandamento obbligatorio, e se qualcuno si sottrae ad esso, i fondamentalisti della categoria si sentono in dovere di "fare la spia", additando il riservato personaggio di turno come "frocio" agli occhi di tutti (sic come da chat) con illazioni estremamente aggressive e squalificanti, per evidenziarne la colpa. "Avere un omosessuale realizzato sentimentalmente e professionalmente aiuterebbe tutti i gay che non si accettano a venire allo scoperto", protesta l'insoddisfatto youtuber, generalizzando sull'orientamento sessuale dei danzatori e discriminando la categoria dei camionisti, a suo dire esclusivamente etero.
Il pericolo delle battaglie sociali, in genere, è quello di perdere di vista l'obiettivo principale, che nel caso dei gay punta non solo a raggiungere la parità di diritti della coppia etero, ma anche ad abbattere incresciosi e violenti pregiudizi misomosessuali. Se ciò accade, come nel caso sopra descritto, si ripropone un circolo vizioso in cui il discriminato diventa a sua volta discriminatore.
Il punto di arrivo di una società che evolve rapidamente non deve essere quello di far sentire il cittadino "costretto" a mettere in piazza la sua vita privata, bensì tutelarne il diritto alla privacy. Mentre quello delle comunità omosessuali dovrebbe essere la piena libertà di poter vivere la vita senza pericolo di mobbing e giundizi offensivi o svalutativi da parte dell'intera società, gay compresi.
Quanto al ruolo dei ballerini nella danza classica, sono forse gli unici veri "cavalieri" (in senso tradizionale) rimasti nel mondo moderno. Il repertoro classico attinge a storie d'amore come Romeo e Giulietta o la Signora delle Camelie, che necessitano di un'interpretazione prettamente maschile. E Roberto Bolle, gentiluomo, lo è non soltanto sul palcoscenico, ma anche nella vita.
Concordo pienamente. Penso che nessuno debba essere discriminato ma soprattutto che nessuno abbia l'obbligo di dare spiegazioni sulla propria vita privata e sessuale: è come se io venissi da te e mi presentassi precisando tra le altre cose "...sai, io sono eterosessuale" : sarebbe ridicolo ed inopportuno.
RispondiEliminaGià, proprio così.
RispondiEliminama certo. Sono per il diritto di non dire. Sono per la libertà di non essere usato/a come bandiera ideologica o modello di richiamo, senza che sia una mia volontà. Sono per il rispetto delle scelte private. Sono per il rispetto in genere.
RispondiEliminaRispetto in genere.
RispondiEliminaIl fatto che qualcuno sia omosessuale o no, dovrebbe essere irrilevante per tutti e questioni di qst genere non dovrebbero essere necessarie; solo così si tratterebbe di vero rispetto!
RispondiEliminaC'è ancora molto da fare... ma confido che si arrivi un giorno a far rispettare i diritti di tutti, animali compresi, nella nostra società.
RispondiEliminaBolle è meraviglioso qualunque cosa sia o nasconda.
RispondiEliminaVale
Per fortuna al San Carlo è stato generoso... ;-)
RispondiElimina