Italia, Slovenia e Croazia riunite assieme a Trieste nella splendida cornice di Piazza Unità. I tre presidenti Giorgio Napolitano, Danilo Türk e Ivo Josipović si sono ritrovati in occasione dello splendido concerto "Le vie dell'amicizia", diretto dal maestro Riccardo Muti che, per l'ennesima volta, ha ribadito la potenza del linguanggio universale della musica. "I ragazzi sloveni - ha detto Muti - hanno suonato con la stessa enfasi l'inno italiano, come i croati quello sloveno. Queste sono cose che nella musica succedono. Non è una novità".
Il concerto è iniziato puntualissimo alle 21.30. Muti è salito sul palcoscenico dal lato sinistro e subito ha eseguito i tre inni nazionali cominciando da quello italiano, poi sloveno e infine croato (il più lungo dei tre). Il programma prevedeva "Libertas Animi", improvvisazione su un madrigale di Iacobus Gallus (1550-1591) da Himna Evropske Slovenije (Inno alla Slovenia europea) di Andrej Misson (1960); "Himna slobodi" dalla Pastorale per coro e orchestra Dubravka op.13 su testi di Ivan Gudulić di Jakov Gotovac (1895-1982); e il sontuoso "Requiem in do minore per coro e orchestra" di Luigi Cherubini (1760 - 1842).
La rete di sicurezza stagliata attorno all'intera piazza ha sorvegliato perfettamente anche le zone circostanti. Si temevano infatti possibili dimostrazioni anti-slovene di certa fetta di triestini estremisti che, per fortuna, hanno avuto il buon gusto di astenersi. Anzi, uno dei dimostranti della mattinata, maestro di siffatte polemiche, ha preferito presenziare come crème nelle riservatissime file rosse della platea della Trieste-che-conta, dimenticando i bollenti rancori istriani. Ma i triestini non hanno comunque mancato di contraddistinguersi per la loro "baldanza". Schierati come agguerriti loggionisti della Scala nelle prime file delle seggiole della zona libera, immediatamente dietro a quelle riservate (e recintate) della zona rossa, in postazione già dal pomeriggio per difendere il seggio, alla fine dell' Introitus et Kyrie del Requiem di Cherubini, hanno dato la stura alla loro performance con un coro con sbuffate, sibili stizziti e "silenzio!" contro tanti enfatici ascoltatori che, rapiti dall'ascolto, hanno osato battere le mani tra un tempo e l'altro. Codesto applauso (proveniente dalla fascia posteriore della piazza) ha letteralmente scompesato i severi spettatori triestini delle file free iniziali, fermi all'epoca di Toscanini e del tutto intolleranti verso chi viola la regola ferrea che tra un tempo e l'altro della stessa composizione non si applaude.
Per fortuna l'etichetta invece è assai più permissiva quando si tratta di un evento popolare all'aperto, eseguito per gli animi di tutti. Le trasgressioni, compresa la salita sul palcoscenico dei tre presidenti, sono state graditissime dai musicisti, che a fine concerto, diretti dallo stesso Muti, hanno contraccambiato gli applausi per spettatori e città, concedendosi in maniera molto spiritosa anche qualche lazzo da stadio.
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oh meno male: una recensione non compassata, come il racconto di un'amica. Grazie!
RispondiEliminaMi fa assai piacere che hai apprezzato la mia schiettezza. Grazie a te!
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