CURIOSITA' AMENITA' E OCCHIO CRITICO

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venerdì 29 luglio 2011

RETORICA DA STRAPAZZO


Pannella denuncia: la situazione delle carceri... di TMNews

Come non amareggiarsi di quanto le infelici sorti del popolo ebraico possono essere strumentalizzate anche in modo improprio. È chiaro che il termine "Shoah" per definire la precaria situazione delle carceri italiane è stato usato di proposito, meditato a tavolino come trovata retorica d'effetto per enfatizzare un concetto. Il vecchio "volpone", che voleva esagerare, alla fine ha pasticciato, mettendo in evidenza solo la sua scarsa conoscenza del significato ebraico e storico del termine.
Senz'altro è lecito avere lacune nella propria conoscenza delle lingue straniere. Ancora di più della storia, specie se non tocca direttamente. Probabilmente non si riuscirà mai a parlare abbastanza dello sterminio di 6 milioni di ebrei per mano dei nazisti e del dittatore che aveva ordinato l' "eliminazione definitiva" di quel popolo. Sarà per questo doveroso intensificare l'informazione ed educare all'approfondimento anche chi è rimasto indietro. Paragonare i destini delle carceri italiane all'Olocausto è sbagliato sia nella forma  che nella sostanza: una cattiva amministrazione delle prigioni non ha niente a che fare con le persecuzioni subite da migliaia di innocenti in nome della razza ariana.
Può comunque capitare a tutti di fare una brutta figura, seppure per una giusta causa. Ma con tutti i termini che la ricca lingua italiana offre per definire l'operato di una burocrazia, in positivo e in negativo, e così pure l'ebraico, c'era bisogno di tirare in ballo la Shoah, paragonando le sue vittime al disagio di carcerati che, per loro fortuna, non hanno come destino (sistematico) le camere a gas e la morte, bensì la libertà? 
Dum sese inflari, rupit. (Fedro, "La rana e il bove")
 



giovedì 28 luglio 2011

RAZZISMO NORDICO

 Purtroppo non si può sapere se l'autore di siffatto annuncio matrimoniale, pubblicato nel 1976 da un quotidiano nazionale, alla fine ha trovato l'anima gemella. Certo è che aveva le idee molto chiare in merito alla scelta della compagna di vita e che non voleva sprecare soldi.
Non è dato di sapere nemmeno se ha mai viaggiato al nord ... e quand'anche lo avesse fatto, sarebbe certo stato disconosciuto dalla norna selezionata, non per carenza di devozione al mito della razza ariana, ma per provenienza troppo meridionale.
In ogni caso, chiunque sia stato il compilatore dell'annuncio, costui può a tutti gli effetti considerarsi un padre spirituale dell'individuo nella foto accanto. Il mito della razza ariana, "obbligata" a preservare la purezza rispetto a eventuali "tare biologiche", si materializza improvvisamente nel 2011 con un mostro di aspetto raggelante, che dal suo piedistallo premedita un'epurazione di massa e spara rabbiosamente a chi considera inferiore.
Ci auguriamo che questi possa permanere al fresco il più possibile, impossibilitato a mietere ulteriori eredi ideologici, e di non assistere più a manifestazioni di «stile» sciaguratamente inconfondibile.